
La giornalista freelance nota per le sue inchieste ha ricevuto il riconoscimento voluto da Giuseppe e Raffaella Trabucchi
“Per intelligenza comunicativa, per la volontà di sapere, ancor più della curiosità, capace di porre a distanza le cose, guardando in profondità la realtà e il suo significato”. Sono poche le parole che motivano l’assegnazione del premio consegnato a Villa Trabucchi lo scorso 5 settembre ad una donna che indubbiamente ha contribuito a scrivere le pagine del giornalismo moderno. Magra, quasi gracile, ma dotata di una determinazione leonina, Milena Gabanelli da 14 anni compie inchieste giornalistiche sui temi più scottanti della storia italiana. Dal 1997 conduce la nota trasmissione Report un appuntamento periodico di informazione come naturale evoluzione di Professione Reporter. Il programma si occupa dei problemi più disparati, dalla salute, alle ingiustizie e inefficienze dei servizi pubblici che il cittadino rileva quotidianamente, alle scelte future dell'uomo che possono comportare rischi. La Gabanelli ha collaborato come inviata per Mixer in diversi paesi del mondo per raccontare le atrocità della guerra (ex Jugoslavia, Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Palestina, Mozambico, Somalia, Cecenia). Nel 1991 introduce il videogiornalismo lavorando da sola dietro alla telecamera. Tra le inchieste più note di Report ricordiamo quelle sul petrolchimico di Marghera, sull’omicidio di Ilaria Alpi, sul ponte sullo Stretto di Messina, sui compensi dei Parlamentari. Nell’intervista successiva l’assegnazione del premio rilasciata al quotidiano “l’Arena” la Gabanelli, commentando il tempo passato dalla prima messa in onda di Report afferma: "Sono passati 14 anni. E li sento tutti. Li sento sulle spalle. Li sento dappertutto. E non solo per i 300 milioni che complessivamente mi hanno pretestuosamente chiesto... Noi lavoriamo sempre alla stessa maniera, abbiamo affinato il metodo, è aumentata l'esperienza e la mia squadra è, io credo, composta dai migliori su piazza. Nel corso di questi anni abbiamo cambiato direttore quattro volte, ma abbiamo sempre instaurato un rapporto di lealtà e condiviso la passione per quello che si faceva" aggiunge "In questo momento mi sembra di lavorare per un'azienda che mi tollera. E non è una sensazione piacevole. Nessuno mi sta mettendo condizioni, dicendo no a questo o no a quello. Siamo liberi di scegliere gli argomenti che vogliamo, ma condividere è diverso da sopportare". Il premio “alla passione civile” è stato assegnato nelle edizioni precedenti a Gino Strada, Ascanio Celestini e a Marco Paolini, celebre attore teatrale noto per le sue orazioni civili sul Vajont e sulla tragedia di Ustica.
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