Camera di commercio: è boom di cassa integrazione straordinaria e in deroga
La difficile situazione economica mondiale sembra alleggerirsi tra le righe dei bilanci aziendali scaligeri; i bilanci tornano lentamente in positivo e le richieste per la cassa integrazione ordinaria sono calate rispetto i precedenti trimestri (700 mila nel terzo trimestre 2009 a fronte delle attuali 627 mila). Se da un punto di vista formale si potrebbe affermare l’esistenza di una leggera ripresa dell’economia veronese, uno studio congiunto della Camera di Commercio e dell’Università di Verona ha sottolineato come la provincia scaligera sia interessata da quello che gli economisti definiscono come “jobless recovery” ovvero una ripresa senza lavoro.
I bilanci tornano in “nero” cioè con segno positivo espellendo forza lavoro quindi lasciando per strada sempre più famiglie; da qui il dato preoccupante inerente l’aumento della disoccupazione che passa dal 4,7% del 2009 all’attuale 6%. La disoccupazione giovanile raggiunge il 29%. La forza lavoro che viene espulsa è composta in genere da tutti quei soggetti che hanno contratti cosiddetti “precari” non a tempo indeterminato. Il fenomeno ha generato nell’ultimo trimestre del 2010 un’esplosione della cassa integrazione straordinaria e di quella in deroga cioè di strumenti a cui si ricorre quando le difficoltà permangono e ci si appresta a licenziare i dipendenti. Si tratta incontrovertibilmente di un fatto serio che non va sottovalutato anche alla luce dei dati passati; si pensi come nel 2008 la “straordinaria” e quella “in deroga” fossero praticamente inutilizzate.
Secondo alcuni sindaci della zona la situazione è molto grave. Antonio Casu, primo cittadino di San Bonifacio, vede nero: «Negli ultimi mesi ci stiamo occupando di 24 famiglie con minori che hanno ricevuto lo sfratto esecutivo, e i ritardi con gli affitti sono diventati un problema sociale». Mario Faccioli, sindaco di Villafranca, vede la crisi di un modello: «Il sistema delle piccole imprese negli anni passati permetteva i cosiddetti travasi orizzontali: cioè se andava male il tessile, per esempio, ci si metteva a lavorare il vetro. Ora però il mercato subisce una contrazione complessiva».
Il rettore dell’Università di Verona Mazzucato sottolinea il filo che lega le proteste studentesche all’attuale situazione lavorativa: «Dietro agli slogan e ai gesti clamorosi - osserva - questi ragazzi lanciano un allarme che va ascoltato, perché l'Italia è l'unico grande Paese che in concreto ha dimostrato di non credere nel proprio capitale intellettuale. Di fatto abbiamo affrontato passivamente la crisi, tagliando la spesa senza fare investimenti per la crescita».
Secondo il comandante dei Carabinieri colonnello Paolo Edera «In questo momento - afferma - è forte il rischio d'infiltrazioni criminali nell'economia locale. Non penso alle grandi aziende che sanno come parare i colpi. Penso alle piccole imprese che magari hanno difficoltà a farsi prestare soldi dalle banche. Molti imprenditori possono essere tentati di accettare denaro da personaggi oscuri, che praticano l'usura e alla fine gli scippano l'attività». (fonte delle interviste Corriere del Veneto).
Federico Maccadanza
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