martedì 22 aprile 2008

Alitalia Part 2...

Ecco che arriva il prestito ponte di 300 milioni di euro...
Un prestito che non verrà saldato perchè Alitalia non può garantire un utile; ecco perchè lo chiamereremo regalo... direttamente dall'infaticabile mammella dei contribuenti.
Ah dimenticavo... 
Poichè si tratta di "aiuti di stato" aspettatevi una bella procedura per infrazione da parte di Bruxelles; già vedo il commissario ai trasporti Jacques Barrot che affila i coltelli... preparatevi a pagare anche questa cari concittadini...
Un prestito ponte per cosa? Non c'è niente sul tavolo! La seconda campata la facciamo sul mare?!

sabato 19 aprile 2008

117 US DOLLAR: il prezzo del benessere



Avete capito benissimo che sto parlando del petrolio...
Anzi in questo momento vi avverto che siamo arrivati a 116,45 dollari...
Non si ferma mai sto brent; vi basta sapere che nel giro di otto anni ha subito un rialzo del 400%.

In questi giorni la dichiarazione di Ahmadinejad: "il prezzo è ancora basso rispetto al valore del 1980; la svalutazione del dollaro porta solo vantaggio ai grandi paesi occidentali che fanno più soldi dei paesi produttori". 
Non prendetemi per filo-iraniano ma le parole lunari del presidente hanno una parte di verità.

Effettivamente il dollaro debole penalizza i paesi produttori; il barile si paga in dollari... 
la contromossa? si diminuisce (o si stabilizza)  la produzione e si innalza il prezzo. 

Le multinazionali comprano il barile ad un prezzo superiore... 
la contromossa? Avete già capito; lo si vede dalla vostra faccia quando fate benzina.

Queste che vi ho appena elencato sono i comportamenti standard di due attori "forti" nel mercato. Ergo correggo la frase di Ahmadinejad: "...porta vantaggio sia ai paesi produttori, sia alle multinazionali di raffinazione". 
Osserviamo più da vicino il comportamento di queste ultime...
Per giustificare l'aumento alla pompa si punta l'indice al prezzo del petrolio. Come tutti sanno questa è una concausa quasi irrilevante; questo, infatti, non giustifica l'aumento del carburante nei periodi festivi. 
L'aumento del greggio passeggia allegramente con l'aumento del carburante.
Il ribasso del prezzo della benzina sembra un cane agonizzante, senza una zampa, che stenta a seguire quello del barile... Che sia speculazione?
Il diesel... strano quando non era ancora diffuso costava pochissimo...ora, al vertice, costa quasi come la benzina... 

Abbiamo una situazione di speculazione al ribasso...
Abbiamo la ferrea legge del mercato (all'aumento della domanda corrisponde un aumento del prezzo) al rialzo. Cosa significa? 

1) Si seguono le leggi del mercato solo nella fase di rialzo perchè la domanda sarà sempre in aumento e, conseguentemente, il profitto.

2) La speculazione interviene nella fase di ribasso per massimizzare il profitto; il meccanismo è sostenuto dalla concorrenza monopolistica (cartello) cioè l'accordo tra le multinazionali che mira ad una politica di non aggressione  per garantire la stabilità di domanda singola che, altrimenti, verrebbe minata dai prezzi inferiori offerti da società dello stesso settore.

Alla luce di ciò è pacifico affermare che il tormentone "i prezzi aumentano perchè aumenta il petrolio" è in piccola parte vera ed in larga parte falsa.

Soluzioni? 
Abbattere la domanda singola (non fare più benzina alla Shell, alla Esso, ecc.) ciò porterebbe all'abbassamento del prezzo in queste società e spezzerebbe la concorrenza monopolistica. 
Soluzioni governativo-coercitive  contro il cartello.
Se tutti passassero al gas o al metano si avrebbe, tuttavia, l'aumento di domanda e, conseguentemente, del prezzo.

Occorre colpire la domanda...ma questo è auspicabile solo dalla parte debole...cioè tutti noi.
Agli affari chi ci pensa?

F.M.

martedì 15 aprile 2008

Giordano (il Giornale): "voto alla Lega è voto utile di protesta"

Caro Giordano,
non condivido la sua opinione; lei classifica la preferenza alla Lega come un voto di protesta alla politica. L'elettore che ha scelto la Lega è una persona stanca del centralismo, dell'inefficienza fiscale e di spesa, del residuo fiscale a favore delle Regioni del Sud, del clientelismo imperante che stagna nei salotti capitolini. La protesta c'è ma non riguarda solo la politica in quanto tale; credo sia il dissenso verso un sistema socio-governativo che non premia il merito. Personalmente credo nel decentramento e nella responsabilità immediata degli organi elettivi garantita dal principio di sussidiarietà.
Il Carroccio è stato l'unico che ha tentato; ha sbagliato in più occasioni, ma ha avuto l'accortezza di capire. Il ministro Bassanini ha iniziato la lunga strada. Il referendum sul federalismo ha tentato il grande balzo...e Veltroni? Calearo capolista?
Veltroni al Nord ha sbagliato tutto. Non è una questione di tasse. Non è una questione di mera imprenditoria. Non è una questione di sicurezza (questi sono problemi presenti anche al sud e non specifici del nord). La questione è molto più complessa!
Il fatto che in una città come Verona un elettore su tre ha votato Lega Nord è sconcertante; significa che il centralismo non gode di alcuna fiducia. 
La produttività del Nord viene sfruttata per riparare gli errori, per coprire i buchi delle inefficienze e dei "finanziamenti elettorali". 
Il virtuosismo deve essere supportato con infrastrutture e non con imposizione fiscale che arriva al 46% (ammontare che poi non ritorna mai... ricordo i 15 miliardi di residuo fiscale della Regione Veneto... la Lombardia dovrebbe essere messa anche peggio).
Altro fatto consiste nella Meridionalizzazione della PA.
Non è una parola razzista... è solo una semplice constatazione (oltre che gergo tecnico usato dagli esperti del settore). 
Il nord ha già pagato un conto tanto ingiusto quanto salato per le inefficienze (volute o non) della classe dirigente del sud.
 Forse è una situazione che fa comodo.
Caro Giordano... questo è un voto di svolta; un grido d'orrore di una parte d'Italia sfruttata.
Lo so che sarò bollato come razzista, come antidemocratico, come completamente scemo (queste sono le dichiarazioni di alcuni "sconfitti"). Amen! 
Questo e altro per la verità... 

martedì 8 aprile 2008

Mamma Alitalia non può più sfamare i "cuccioli"...


Inevitabile. L'accordo con Air France è saltato. Le condizioni poste dal sindacato si sono rivelate irricevibili per Spinetta. Non passa nemmeno un giorno e già cori di proteste "scaricabarile" contro i sindacati, contro Spinetta colpevole di "opportunismo" (qualcuno dimentica che Air France non è il Tesoro; Air France è una società-colosso che cerca, ovviamente, di fare buoni affari).
Una dichiarazione di un dipendente Alitalia mi ha in particolar modo colpito:

"Con Air France sarà diverso... faremo dei sacrifici; lavorare di più e prendere qualcosa in meno".

Dopo tale affermazione ho capito molte cose. Ho capito perchè Spinetta se ne è andato e perchè l'azienda perde ogni giorno.
Stupiti? Un disastro inevitabile, una logica conseguenza, il crollo di un'azienda "peso" mantenuta dai contribuenti. Questo perchè?
Siamo nel 2008 e ancora qui non si capisce la parola MERCATO.
Sono tre le leggi che governano Alitalia:

1 Il sindacato è imperante. Lavorare di meno e guadagnare di più.

2 Managment assente. Spendiamo, facciamo la bella vita. Se si creano buchi ci pensa lo Stato.

3 Politica attiva. Sistemiamo qualcuno che ci fa comodo in Alitalia. Regaliamo soldi, garantiamo l'occupazione in eccesso così avremo i voti assicurati.

4 Concorrenza? A noi non serve essere competitivi. A noi interessa uno stipendio a fine mese. Me ne frego se il biglietto costa 45 euro più degli altri... mica ci perdo io.

Sinceramente mi viene la nausea a parlare di Giancarlo Cimoli ma lo farò lo stesso.
Il buon Cimoli è l'emblema della politica (e della bricconeria) nel mercato...Nel 1996 il governo Prodi lo sceglie come risanatore delle Ferrovie dello Stato dopo la discutibile gestione di Lorenzo Necci, coinvolto nell'inchiesta mani pulite. Guida il gruppo ferroviario per otto anni (ma dal 1998 al 2001 la presidenza è di Claudio Demattè) procedendo ad uno snellimento del personale ed alla societarizzazione delle varie attività. Durante il suo mandato nascono Trenitalia, RFI, Grandi Stazioni. Per un breve periodo il Tesoro gli affianca come presidente l'economista Claudio Demattè, ex presidente della Rai e rettore della Luiss; i risultati della sua amministrazione sono deleteri e portano le Ferrovie Italiane al disastro economico e ad una totale inefficienza del servizio. Lascia FS nel 2004 con un premio di buona uscita di 6 milioni e 700.000 euro e viene nominato al vertice della compagnia Alitalia.
Per il risanamento della compagnia aerea, Cimoli realizza il "Piano industriale 2005-2008", che avrebbe avuto l'obiettivo di riportare in attivo i conti a partire dal bilancio 2006. Pressato dalla Consob che chiede una gestione trasparente durante l'iter della privatizzazione della compagnia, Cimoli all'inizio 2007 stima in circa 380 milioni di euro il rosso per l'esercizio dell'anno precedente. La gestione Cimoli non piace ai sindacati che hanno chiesto ripetutamente al governo il suo avvicendamento. Nel febbraio 2007 il Governo Prodi constata la crisi della compagnia aerea prossima al fallimento a cui l'ha condotta Cimoli.
(da Wikipedia)

Chiedo a Veltroni, Berlusconi, Bonanni, ecc. avete ancora qualcosa da dire su Alitalia?
L'azienda merita il suo destino. Se non accetta la proposta di Spinetta è giusto che fallisca. Tutti lo sapevano che sarebbe finita così; però nessuno si è scottato le mani con le "scelte impopolari" di risanamento; si è preferito mangiare alla tavola di mamma Alitalia (forse andava bene così).
Ora, in campagna elettorale, tutti sono preoccupati... i sindacati sono preoccupati... tutti sono preoccupati...
Benvenuti nella concorrenza!!!