sabato 19 aprile 2008

117 US DOLLAR: il prezzo del benessere



Avete capito benissimo che sto parlando del petrolio...
Anzi in questo momento vi avverto che siamo arrivati a 116,45 dollari...
Non si ferma mai sto brent; vi basta sapere che nel giro di otto anni ha subito un rialzo del 400%.

In questi giorni la dichiarazione di Ahmadinejad: "il prezzo è ancora basso rispetto al valore del 1980; la svalutazione del dollaro porta solo vantaggio ai grandi paesi occidentali che fanno più soldi dei paesi produttori". 
Non prendetemi per filo-iraniano ma le parole lunari del presidente hanno una parte di verità.

Effettivamente il dollaro debole penalizza i paesi produttori; il barile si paga in dollari... 
la contromossa? si diminuisce (o si stabilizza)  la produzione e si innalza il prezzo. 

Le multinazionali comprano il barile ad un prezzo superiore... 
la contromossa? Avete già capito; lo si vede dalla vostra faccia quando fate benzina.

Queste che vi ho appena elencato sono i comportamenti standard di due attori "forti" nel mercato. Ergo correggo la frase di Ahmadinejad: "...porta vantaggio sia ai paesi produttori, sia alle multinazionali di raffinazione". 
Osserviamo più da vicino il comportamento di queste ultime...
Per giustificare l'aumento alla pompa si punta l'indice al prezzo del petrolio. Come tutti sanno questa è una concausa quasi irrilevante; questo, infatti, non giustifica l'aumento del carburante nei periodi festivi. 
L'aumento del greggio passeggia allegramente con l'aumento del carburante.
Il ribasso del prezzo della benzina sembra un cane agonizzante, senza una zampa, che stenta a seguire quello del barile... Che sia speculazione?
Il diesel... strano quando non era ancora diffuso costava pochissimo...ora, al vertice, costa quasi come la benzina... 

Abbiamo una situazione di speculazione al ribasso...
Abbiamo la ferrea legge del mercato (all'aumento della domanda corrisponde un aumento del prezzo) al rialzo. Cosa significa? 

1) Si seguono le leggi del mercato solo nella fase di rialzo perchè la domanda sarà sempre in aumento e, conseguentemente, il profitto.

2) La speculazione interviene nella fase di ribasso per massimizzare il profitto; il meccanismo è sostenuto dalla concorrenza monopolistica (cartello) cioè l'accordo tra le multinazionali che mira ad una politica di non aggressione  per garantire la stabilità di domanda singola che, altrimenti, verrebbe minata dai prezzi inferiori offerti da società dello stesso settore.

Alla luce di ciò è pacifico affermare che il tormentone "i prezzi aumentano perchè aumenta il petrolio" è in piccola parte vera ed in larga parte falsa.

Soluzioni? 
Abbattere la domanda singola (non fare più benzina alla Shell, alla Esso, ecc.) ciò porterebbe all'abbassamento del prezzo in queste società e spezzerebbe la concorrenza monopolistica. 
Soluzioni governativo-coercitive  contro il cartello.
Se tutti passassero al gas o al metano si avrebbe, tuttavia, l'aumento di domanda e, conseguentemente, del prezzo.

Occorre colpire la domanda...ma questo è auspicabile solo dalla parte debole...cioè tutti noi.
Agli affari chi ci pensa?

F.M.

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