martedì 8 aprile 2008

Mamma Alitalia non può più sfamare i "cuccioli"...


Inevitabile. L'accordo con Air France è saltato. Le condizioni poste dal sindacato si sono rivelate irricevibili per Spinetta. Non passa nemmeno un giorno e già cori di proteste "scaricabarile" contro i sindacati, contro Spinetta colpevole di "opportunismo" (qualcuno dimentica che Air France non è il Tesoro; Air France è una società-colosso che cerca, ovviamente, di fare buoni affari).
Una dichiarazione di un dipendente Alitalia mi ha in particolar modo colpito:

"Con Air France sarà diverso... faremo dei sacrifici; lavorare di più e prendere qualcosa in meno".

Dopo tale affermazione ho capito molte cose. Ho capito perchè Spinetta se ne è andato e perchè l'azienda perde ogni giorno.
Stupiti? Un disastro inevitabile, una logica conseguenza, il crollo di un'azienda "peso" mantenuta dai contribuenti. Questo perchè?
Siamo nel 2008 e ancora qui non si capisce la parola MERCATO.
Sono tre le leggi che governano Alitalia:

1 Il sindacato è imperante. Lavorare di meno e guadagnare di più.

2 Managment assente. Spendiamo, facciamo la bella vita. Se si creano buchi ci pensa lo Stato.

3 Politica attiva. Sistemiamo qualcuno che ci fa comodo in Alitalia. Regaliamo soldi, garantiamo l'occupazione in eccesso così avremo i voti assicurati.

4 Concorrenza? A noi non serve essere competitivi. A noi interessa uno stipendio a fine mese. Me ne frego se il biglietto costa 45 euro più degli altri... mica ci perdo io.

Sinceramente mi viene la nausea a parlare di Giancarlo Cimoli ma lo farò lo stesso.
Il buon Cimoli è l'emblema della politica (e della bricconeria) nel mercato...Nel 1996 il governo Prodi lo sceglie come risanatore delle Ferrovie dello Stato dopo la discutibile gestione di Lorenzo Necci, coinvolto nell'inchiesta mani pulite. Guida il gruppo ferroviario per otto anni (ma dal 1998 al 2001 la presidenza è di Claudio Demattè) procedendo ad uno snellimento del personale ed alla societarizzazione delle varie attività. Durante il suo mandato nascono Trenitalia, RFI, Grandi Stazioni. Per un breve periodo il Tesoro gli affianca come presidente l'economista Claudio Demattè, ex presidente della Rai e rettore della Luiss; i risultati della sua amministrazione sono deleteri e portano le Ferrovie Italiane al disastro economico e ad una totale inefficienza del servizio. Lascia FS nel 2004 con un premio di buona uscita di 6 milioni e 700.000 euro e viene nominato al vertice della compagnia Alitalia.
Per il risanamento della compagnia aerea, Cimoli realizza il "Piano industriale 2005-2008", che avrebbe avuto l'obiettivo di riportare in attivo i conti a partire dal bilancio 2006. Pressato dalla Consob che chiede una gestione trasparente durante l'iter della privatizzazione della compagnia, Cimoli all'inizio 2007 stima in circa 380 milioni di euro il rosso per l'esercizio dell'anno precedente. La gestione Cimoli non piace ai sindacati che hanno chiesto ripetutamente al governo il suo avvicendamento. Nel febbraio 2007 il Governo Prodi constata la crisi della compagnia aerea prossima al fallimento a cui l'ha condotta Cimoli.
(da Wikipedia)

Chiedo a Veltroni, Berlusconi, Bonanni, ecc. avete ancora qualcosa da dire su Alitalia?
L'azienda merita il suo destino. Se non accetta la proposta di Spinetta è giusto che fallisca. Tutti lo sapevano che sarebbe finita così; però nessuno si è scottato le mani con le "scelte impopolari" di risanamento; si è preferito mangiare alla tavola di mamma Alitalia (forse andava bene così).
Ora, in campagna elettorale, tutti sono preoccupati... i sindacati sono preoccupati... tutti sono preoccupati...
Benvenuti nella concorrenza!!!




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