
La più famosa icona del romanzo gotico, il conte non-morto, l’incubo dei vivi creato dallo scrittore irlandese Bram Stoker è stato, in realtà, un famoso voivoda (signore-comandante) della Valacchia tra il 1448 ed il 1476. Considerato un eroe in Romania, un carnefice sanguinario in Europa occidentale ed uno statista in Russia (sembra che Ivan III si sia ispirato a lui per fondare la moderna autocrazia zarista) Vlad Dracula, detto l’Impalatore per il supplizio che riservava ai suoi nemici, appare come una delle figure più enigmatiche della storia.
L’archivista paleografo Matei Cazacu cerca di ricostruire il profilo del celebre signore basandosi esclusivamente sulle testimonianze storiche; ne esce tuttavia un’immagine variegata di Dracula. In realtà è necessario inserirsi nel contesto storico; la Valacchia tra il XIV ed il XV secolo era una terra cuscinetto tra l’Impero Ottomano ed il Regno d’Ungheria, terra influenzata dai continui complotti che ambo le parti attuavano per insediare un sovrano “amico”. Assassinii politici, intrighi, incursioni ottomane ed ungheresi e la crescente influenza dei boiardi, rappresentavano un vero pericolo per i voivoda che, nella maggior parte dei casi, venivano assassinati sul trono. Vlad Dracula fu cinico e spietato con i nemici che ambivano al potere e, allo stesso tempo, intransigente nel difendere i sudditi dagli invasori; dalle testimonianze raccolte da Cazacu si può affermare che il vampiro di Stoker non era altri che un uomo di potere. Il supplizio del palo era un metodo di morte comune nella futura Romania(Transilvania, Moldavia, Valacchia); la macabra usanza non è quindi distintiva ed esclusiva di Vlad Dracula.
Ma perchè ci è giunta un’immagine così funesta del sovrano Valacco?
Molto probabilmente a causa dell’opera di diffamazione di Mattia Corvino Re d’Ungheria (1440-1490) per sottrarsi dall’intraprendere una crociata al fianco di Dracula contro gli Ottomani che avevano invaso le terre romene. Il Corvino era in quel periodo in lotta con l’imperatore d’Austria Federico III nella contesa per il trono d’Ungheria; una crociata non gli avrebbe permesso di dedicare tempo e denaro nella sua lotta personale contro Federico III. Per giustificare il suo diniego fece arrestare Dracula e si giustificò con il Papa sottolineando la crudeltà del voivoda. In seguito iniziarono a diffondersi in Ungheria e nelle città germaniche i primi pamphlet (brevi racconti) sulla “storia del voivoda Dracula” come quasi a giustificare la decisione politica di Mattia Corvino. In questi si raccontavano episodi truci; foreste di pali, massacri indiscriminati contro religiosi e contadini, ambasciatori impalati solamente per non essersi tolti il copricapo in presenza del sovrano, ecc.
Attualmente in Romania Vlad l’Impalatore è considerato un eroe nazionale, un difensore della cristianità e della patria contro gli invasori, la casa natale è per l’Unesco “patrimonio dell’umanità”.
Appaiono testimonianze anche in Russia dove il segretario di Ivan III Teodoro Kuricyn, inviato come ambasciatore in Valacchia, scrisse un manuale di politica per i futuri zar; le gesta di Vlad secondo Kuricyn rappresentano un modello politico per la fondazione del moderno centralismo zarista. Il manoscritto russo diventò il manuale privilegiato da Ivan III, come lo fu “il Principe” di Macchiavelli per Lorenzo il Magnifico.
Nel mondo occidentale l’ombra di Dracula “il vampiro” copre la figura di Vlad l’Impalatore molto probabilmente perchè Bram Stoker si basò (per ovvie ragioni) esclusivamente al pamphlet apparso nelle città tedesche. Lo scrittore irlandese colloca Dracula in Transilvania non per un errore storiografico ma solamente perchè gli ultimi discendenti in linea femminile del voivoda si insediarono nel distretto di Bistrita nell’omonima città. Come afferma Cazacu “Vlad III Dracula oscillava tra pietà e crudeltà, spirito cavalleresco e tradimenti, finezza politica e brutalità. Un personaggio complesso, dipinto come un carnefice dai suoi nemici, esaltato come l’eroe della lotta contro gli Ottomani dai suoi alleati, trasformato in un romantico vampiro da registi e romanzieri. Ma qual’era la realtà?”
Federico Maccadanza