Interessato dal dibattito sul "decreto-legge" ho deciso di pubblicare sul sito di Renata Polverini alcuni commenti; notando il notevole ritardo della pubblicazione dei miei contributi e l'esclusiva presenza di commenti entusiasti sulla candidata da una parte e alquanto duri sulle decisioni della Magistratura dall'altra mi è sorto un dubbio... possibile che anche qui fanno la cernita delle opinioni?
Come sapete il Presidente Napolitano ed il Presidente Berlusconi hanno firmato un decreto-legge (decretazione d'urgenza con effetto immediato e quindi non vagliabile in Parlamento)"interpretativo" per fare in modo di riammettere la lista Pdl nel Lazio...
Ripropongo la lettera che Giorgio Napolitano ha scritto ai cittadini che esprimevano viva preoccupazione per un provvedimento del genere:
Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall’ufficio competente costituito presso la corte d’appello di Milano. Erano in gioco due interessi o “beni” entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di “beni” egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico.
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti dell’opposizione, che avevano dichiarato di non voler vincere – neppure in Lombardia – “per abbandono dell’avversario” o “a tavolino”. E si era anche da più parti parlato della necessità di una “soluzione politica”: senza peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè “frutto di un accordo”, concordata tra maggioranza e opposizioni?
Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo quanto risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e opposizioni anche in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze all’autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di fondo e indisponibilità dall’altra parte.
Ma in ogni caso – questo è il punto che mi preme sottolineare – la “soluzione politica”, ovvero l’intesa tra gli schieramenti politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni regionali con la piena partecipazione dei principali contendenti. E i tempi si erano a tal punto ristretti – dopo i già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e Milano – che quel provvedimento non poteva che essere un decreto legge.
Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal Ministero dell’interno e dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione – comunque inevitabilmente legislativa – potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura.
La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l’acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali. E’ bene che tutti se ne rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in spirito di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri.
Cordialmente
Giorgio Napolitano
Leggendo i commenti entusiasti dei frequentatori del sito della Polverini, ho pensato di mandare al sito anche la mia opinione:
Non sono d’accordo. Il decreto è in aperta violazione della legge 400/1988 in materia di decretazione d’urgenza la quale vieta la decretazione in materia elettorale; pertanto il Presidente ha firmato un decreto illegale.
Il decreto è, oltretutto, in aperta violazione con la Costituzione la quale garantisce, all'articolo 3, l’uguaglianza di fronte alla legge; il decreto si riferisce esclusivamente e specificatamente alla fattispecie del caso della presentazione della lista del Pdl.
(aggiungo ora che le altre liste non hanno beneficiato di questa improvviso "condono"... perchè? Sono figlie di un Dio minore? Ho diritto di vedere la mia lista riammessa, come dice Napolitano, solo quando questa fa parte del Governo? Che democrazia è questa che tratta in maniera diversa soggetti uguali?)
Utilizzare l’espressione “serve per garantire la democrazia” è capzioso in principio; come sancisce l’articolo 1 della Costituzione (la sovranità spetta al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalla Costituzione). Tali limiti sono sanciti nella parte prima, titolo quarto, articolo 48.
Non si può predicare il rispetto delle istituzioni quando queste (la legge è l’istituzione primaria) vengono palesemente violate dallo stesso predicatore.
Non tutto è opinabile…
Con rispetto di Renata che reputo una donna in gamba e sopratutto onesta.
Spero sia pubblicato…
Cosa che non avvenne... per ovvi motivi!
Ah verità quanto mi costi...
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2 commenti:
Ecco un mail di Silvio Berlusconi arrivata alla redazione dell’Occidentale nella quale il premier consiglia la Polverini di non abbattersi per la provvisoria esclusione dalle liste elettorali e le svela le mosse fondamentali per riuscire ad ottenere un bel successo http://www.loccidentale.it/articolo/una+mail+di+berlusconi+alla+polverini+su+come+vincere+le+elezioni.0087598
leggo spesso L'Occidentale e questa mail è veritiera
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