Eccoci qui cari lettori del Piave a raccontarvi il Vinitaly "tra le righe"; già perchè Vinitaly non significa solo numeri, contratti, vino e pubblicità. Il servizio che la redazione di Verona ha svolto alla famosissima fiera internazionale del vino vuole essere una telecamera nascosta, un occhio, un orecchio che racconta la storia nascosta, quella che non appare sui giornali perchè genuina e diretta. Si tratta semplicemente della nostra esperienza, del racconto della nostra giornata trascorsa tra gli stands nei padiglioni di Veronafiere.
La nostra giornata inizia con l'arrivo a Veronafiere. Scongiurato il temuto serpentone di automobili, riusciamo a malapena a trovare parcheggio. 100.000 posti auto terminati in poche ore e chi arriva in ritardo parcheggia dove può accendendo qualche polemica tra residenti e Comune. Dopo l’accredito all’ufficio stampa e l’ingresso attraverso un buio corridoio che ricorda un po’ il tunnel sotterraneo che collegava Berlino est a Berlino Ovest, ci dirigiamo verso la sala stampa per ritirare la nostra cartella con tutti gli appuntamenti riservati ai giornalisti (tranne quello inerente alle prospettive del mercato del vino con il Presidente Napolitano riservato ai soli giornalisti invitati dalla prefettura, ufficiali, questori, vice questori, vice questori aggiunti, ai prefetti, ai viceprefetti, onorevoli ed a tutte le autorità particolarmente interessate all’argomento del convegno).
Finalmente possiamo iniziare il nostro servizio. Restiamo piacevolmente sorpresi dalla varietà di visitatori; la maggior parte, rigorosamente in giacca e cravatta, fanno da contorno a quei pochi che hanno preferito il comodo anche se poco elegante abbinamento maglietta-pantaloncino corto. Il Vinitaly è un avvenimento prettamente commerciale (è una fiera durante la quale si stipulano contratti di fornitura e si conoscono nuovi vini per la vendita alle attività commerciali) tuttavia, nonostante l’eleganza e le apparenti pose da veri “buyers”, è facile riconoscere chi è venuto per lavoro e chi per passare un’allegra giornata. Personalmente credo di aver reso quest’ultima idea allo stand della Cantina di Soave dove, dopo essermi presentato come inviato del “Piave” e aver chiesto una cartella stampa per il mio servizio, mi è stato risposto un secco “solo operatori”.
Per nulla scoraggiati dal nostro deludente inizio, proseguiamo la nostra visita; ci ha fatto particolarmente piacere la disponibilità dell’azienda agricola F.lli. “Tedeschi” di Pedemonte di Valpolicella e della responsabile marketing Maria Sabrina Tedeschi che, nonostante non fossimo giornalisti di settore, ci ha aiutato a capire il funzionamento del marketing, della produzione e della maturazione del vino.
Vinitaly non significa solo singole aziende; la Camera di Commercio di Messina in collaborazione con la Provincia di Messina, l’Onav (Organizzazione nazionale Assaggiatori di Vino), il progetto Strade del Vino della Provincia di Messina e il consorzio del vino Faro hanno organizzato, in seno alla Fiera, uno stand condiviso per tutte quelle aziende che, per motivi economici, non hanno avuto la possibilità di partecipare affittando un singolo e costoso stand per produttore. L’interessante iniziativa è molto simile alle “joint venture” locali con le quali più produttori si uniscono e dividono tra loro le spese per il marketing a dimostrazione del fatto che, come ricordava un piccolo produttore piemontese con il quale abbiamo familiarizzato, “il vino può essere buono… ma se non lo sai pubblicizzare non sarà mai ottimo”.
Ma quanto pesa il marketing sul consumo del vino? Con questa domanda lasciamo il Vinitaly tra la gente che affolla i cancelli in uscita.
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