martedì 13 maggio 2008

Budapest: tra Occidente ed Oriente


“…mi sembra un luogo meraviglioso…ne ho ricevuto l’impressione che ormai stessimo lasciando l’Occidente per entrare in Oriente. Il più occidentale dei ponti sul Danubio, che qui è di nobile ampiezza e profondità, ci ha riportati alle tradizioni della dominazione turca”.

Così descrive Budapest Bram Stoker nel suo celebre Dracula.

Come inviato del “Piave” ho avuto anch’io le stesse sensazioni;  l’attualità delle poche parole utilizzate da Stoker mi ha particolarmente colpito. L’anno non è più il 1897; presto l’Ungheria entrerà a far parte dell’Unione Europea, l’impero Austro-Ungarico si è dissolto dopo la Prima Guerra Mondiale, la dominazione turca ha lasciato il passo a quella nazista prima e comunista poi. I tempi sono cambiati, le lune sono passate. Lo sfarzo dei bellissimi palazzi istituzionali ungheresi, veri testimoni della grandezza dell’Impero Austro-Ungarico, si accompagna alla vita “moderna”; pubs e nights sono diventati elementi distintivi di quella che oggi è chiamata la “Capitale del sesso”.

Budapest, tuttavia, non è solo questo. La modernità e la cultura del divertimento costituiscono solo il guscio di una città che guarda la bellezza della libertà solo dal 1989. Ma dove troviamo l’Oriente in Budapest? Perché la descrizione di Stoker ci appare così lontana ma, allo stesso tempo, così odierna?  Nei luoghi di culto mi sono imbattuto più volte in quelle raffigurazioni sacre che ricordano moltissimo Costantinopoli. Il ricordo dei re che per molto tempo hanno combattuto contro l’invasione turca è vivo nel folklore locale. In molte occasioni si deve contrattare sul prezzo; taxi e cambio moneta sono gli esempi più comuni; la contrattazione è tipica dei paesi orientali. Il passato è ancora vivo in Budapest, triste o glorioso che sia. Santo Stefano, patrono dell’Ungheria, è raffigurato sempre con spada e scettro… i Santi dell’Est Europa sono in gran parte condottieri che hanno contrastato la “mezzaluna”.

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