Caro Mastella,
premetto che non ho elementi per esprimerle la "solidarietà politichese" o la "condanna qualunquista"; la sua condotta però (prendo atto delle dichiarazioni che ha fatto a "Porta a Porta") non si abbina affatto con lo status che dovrebbe avere un rappresentante del popolo.
Perchè si parla di giustizia solo quando interessa? Proprio lei che ne è stato un ministro.
Sul Corriere della sera di martedì 22 gennaio 2008 è stato pubblicato a pag. 12 un bellissimo articolo di Gian Antonio Stella che parla sostanzialmente dello stato giurassico della Giustizia Italiana.
Aberrante.
200.000 prescrizioni l'anno.
Nei primi sei mesi del 2007 lo Stato ha recuperato soltanto il 3% dei 326 milioni di euro di sanzioni pecuniarie e dei 56 milioni di spese processuali.
1 miliardo e 599 milioni di euro i soldi confiscati e che non vengono fatti fruttare... e chissà da quanto tempo sono li...
Passiamo ai tempi?
Procedimenti civili (che riguardano un po' tutti);
286 giorni la durata di una opposizione al pagamento di una multa.
545gg. la durata di una causa civile per il risarcimento da incidente stradale.
Durata media di una causa civile di lavoro; 758gg. in primo grado, 814 gg. in secondo.
Durata media di una causa civile ordinaria; 980gg. in primo, 1.405gg. in secondo grado.
Il Ministero della Giustizia ha accumulato un debito per il 2007 pari a 143 milioni di euro, nel 2006 era di 219 milioni di euro.
Ma gli esempi più preoccupanti proposti da Stella sono due:
- Per un lavoratore che perde due mani sul lavoro (invalidità 70%) il risarcimento è pari a 600.000 euro a Roma e a 420.000 euro a Milano. Per un'invalidità del 50% il risarcimento è di:
266mila euro a Roma,
218mila euro a Milano,
182mila euro a Lecce,
166mila euro a Venezia.
- Istruttorie contro le toghe per processi troppo lenti (richiesta di indennizzo);
3612 istruttorie
3612 assoluzioni
Una domanda... ma che hanno fatto al Ministero in questi decenni?
E' possibile che l'autoconservazione della Giustizia intesa come organizzazione impedisca un minimo di cambiamento?
Come sempre il classico abisso italiano tra i "we think" ed i "we want".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento