lunedì 10 novembre 2008

Veicolazione dell' informazione...

Riporto di seguito un articolo apparso sul sito del Partito Democratico (lo stesso sito dove sono apparse le "dotte" analisi di Gad Lerner e le fantasiose conclusioni di Walter Veltroni per intenderci...).

Niente multa a Tosi, Giacon: «La casta della Lega colpisce ancora»

Veneto

PADOVA, 10 NOV. –“Lei non sa chi sono io”. È questa, di solito, la frase più pronunciata dagli esponenti della Casta. «Non sappiamo se in questo caso sia stata proferita dal sindaco di Verona, - dichiara Paolo Giacon dell’esecutivo regionale del PD del Veneto - ma a quanto riferisce la stampa la paletta del Ministero dell’Interno era in bella vista sulla macchina del Sindaco di Verona, parcheggiata irregolarmente nel cuore più lussuoso ed esclusivo di Milano, via Montenapoleone».

La singolare vicenda di Tosi - attacca con un velo di ironia l’esponente del PD - che immaginiamo fosse lì per un “controllo”, legato alle sue funzioni, sui marchi veneti e padani presenti nel cuore più chic di Milano, è fonte di due notizie per i cittadini, una buona ed una meno buona. La notizia buona per i cittadini veneti è che i servizi antiterrorismo presenti nelle nostre città funzionano egregiamente visto che, a quanto riportano i testimoni, una massiccia presenza di forze dell’ordine si è subito materializzata nel cuore di Milano. La notizia meno buona è per gli elettori della Lega Nord che si stanno rendendo conto come i comportamenti dei politici “romani” siano stati pienamente assorbiti ed imitati anche da quelli padani. Anche nel cuore del Nord “padano” le sanzioni amministrative e le contravvenzioni sono solo per i comuni cittadini e non per i politici. La Casta della Lega colpisce ancora».

Tramite comunicato stampa è arrivata la risposta del Sindaco di Verona Flavio Tosi...

SINDACO TOSI QUERELA PAOLO GIACON
“Se l’ automobile fosse stata parcheggiata irregolarmente, la Polizia Municipale di Milano mi avrebbe multato, avrebbe fatto solo il suo dovere e io avrei tranquillamente pagato la contravvenzione. Ma non mi ha multato”. Questa la replica del Sindaco di Verona Flavio Tosi all’esponente PD Paolo Giacon. “Al Signor Paolo Giacon, che vede senza trarne frutto i bei film di Totò con il relativo “lei non sa chi sono io” – aggiunge Tosi – rispondo con una querela per diffamazione, i cui proventi saranno devoluti in beneficenza. Il privilegio di appartenere alla “casta” lo lascio volentieri ad altri: a Verona tutti sanno che auto e autista da me utilizzati non costano nulla al contribuente”.

Come premesso nel precedente post non entrerò nel merito della questione; mi limiterò ad esprimere un mio personale parere...
Giacon tenta di estrapolare da un fatto "presunto" (utilizza la stampa come unica fonte) una Verità...
il suo scopo non è quello di fare informazione (raccontare effettivamente come sono andate le cose) ma solo quello di far passare per vero agli occhi del lettore un fatto "presunto".
Nessuno in realtà ne conosce la dinamica...
Ma la dinamica non conta... importa solo montare un fatto per poi passare al cuore del discorso che inizia qui:

"La notizia meno buona è per gli elettori della Lega Nord che si stanno rendendo conto come i comportamenti dei politici “romani” siano stati pienamente assorbiti ed imitati anche da quelli padani. Anche nel cuore del Nord “padano” le sanzioni amministrative e le contravvenzioni sono solo per i comuni cittadini e non per i politici. La Casta della Lega colpisce ancora".



Analizziamolo...
Giacon fa del "presunto" fatto di Milano una prova... il suo messaggio? la Lega è una casta... conclude (e qui, a mio avviso, la demagogia regna...) affermando che sanzioni amministrative e le contravvenzioni sono inflitte solo ai cittadini comuni e non ai politici (qui non si capisce se solo ai politici di centro-destra o anche del centro-sinistra).
Lo stesso sottolinea che gli elettori della lega nord "si stanno rendendo conto" della "romanizzazione" del movimento... ; leggendo i risultati elettorali delle ultime elezioni politiche non sembrerebbe dato che nella sola Verona un elettore su tre ha dato la preferenza alla Lega...
ma chissà forse hanno cambiato bruscamente opinione il giorno dopo le elezioni...

Per quel che riguarda il termine CASTA... lo inviterei a fare un po' di autocritica leggendo l'articolo di Stella sui portaborse del Veneto pubblicato su questo blog... forse il Pd e la Lega qualche volta possono andare anche d'accordo...

Un consigliere circoscrizionale dell'esperienza di Giacon dovrebbe sapere che un sindaco si giudica per il suo operato e non per le "telenovelas politiche" che, purtroppo, stanno popolando sempre di più i media...
Inviterei quindi Giacon a Verona per confrontarla con la realtà padovana così potrà trarre le proprie conclusioni... positive o negative che siano... purchè siano esse solide basi di un'analisi ragionevole e non tendenziosa.
Credo l'analisi operata da Giacon molto superficiale e al limite della demagogia...forse un rimasuglio della vecchia politica che qualcuno voleva superare...


sabato 8 novembre 2008

Ripensando...

Da molto tempo non scrivo sul blog.
Mi scuso con i tre o quattro lettori che capitano un po' per caso, un po' per piacere su questo piccolo scoglio circondato dall'immenso mare di Internet.
Alcuni dicono che il tempo cambia le persone; credo che tale affermazione non sia corretta.
L' esperienza cambia il modo di vedere le cose... le persone rimangono sempre uguali.
Rileggendo i miei post (alcuni scritti di getto, altri meditati) capisco che manca qualcosa... alcuni articoli sembrano "normali" , non originali, quasi scontati; mi riferisco in particolar modo alle riflessioni che seguono la logica ideologica (i fatti del pigneto, il pestaggio di Verona).
Ecco.. vorrei portare le mie riflessioni su un piano diverso... libero da preconcetti e inutili polemiche; in alcuni casi vorrei tentare di proporre delle soluzioni...
Spero di riuscirci...
Amici miei... la semantica non ha mai portato soluzioni...
il gossip politico lasciamolo ai media....

lunedì 7 luglio 2008

Sorry...

Mi scuso per la mia momentanea inattività dovuta allo studio...
...cercherò di recuperare il prima possibile!

lunedì 16 giugno 2008

Pd e Lega... oltre lo show mediatico della politica

I nuovi mantenuti... professione PORTABORSE... 

VOTO ALL'UNANIMITÀ: 52 NEOASSUNTI IN REGIONE. SOLO IL GOVERNATORE CONTRO

Veneto, sì ai portaborse a vita 
E Lega e Pd marciano insieme

Dopo i precedenti di Calabria e Sicilia la leggina che «stabilizza» i collaboratori approda al Nord

La locandina del film di Daniele Lucchetti
MILANO — Lo fanno in Calabria? «I soliti terroni». Lo fanno in Sicilia? «I soliti terroni». Lo fanno in Campania? «I soliti terroni». Facile, liquidare il tema così. Ma se capita nel Veneto? Ed ecco che l'assunzione dei «portaborse » come dipendenti regionali scatena mal di pancia mai visti. Al punto che il governatore Giancarlo Galan, per protesta, è arrivato a uscire dal gruppo di Forza Italia: «È una leggina vergognosa». Sono anni che i governi, di destra e di sinistra, promettono di mettere la parola fine a questo andazzo. E sono anni che va a finire così. Il punto di partenza è sempre lo stesso: chi viene eletto a una carica pubblica, deputato o presidente provinciale, governatore o sindaco, deve portarsi nella stanza dei bottoni collaboratori di cui si fida. Giustissimo: ognuno ha diritto di circondarsi di uno staff proprio.

Esattamente il motivo per cui i parlamentari vengono dotati di una somma mensile (4190 euro alla Camera, 4678 al Senato) per assumere «provvisoriamente» uno o due collaboratori, destinati a lavorare a Montecitorio o a Palazzo Madama. «Provvisoriamente », però. Fino alla scadenza del mandato. Sennò a ogni nuova legislatura ogni comunista che si ritrovasse uno staff di berlusconiani o ogni berlusconiano che si ritrovasse uno staff di comunisti dovrebbe chiedere nuove assunzioni. Di più: la macchina statale trabocca già di decine o centinaia di migliaia di dipendenti entrati senza alcuna selezione, alcun concorso, alcuna valutazione professionale. Assunti così, per anzianità di precariato. Nella scuola, nei ministeri, negli enti locali... Perfino al Quirinale, il cuore dell'Italia, non si fa un pubblico concorso (pessimo esempio che Napolitano si è impegnato a correggere) dal 1963, quando era ancora vivo Harpo Marx e Abdon Pamich si preparava alle Olimpiadi di Tokio. Il meccanismo, soprattutto in alcune aree del Paese, è sempre lo stesso.

L'amico dell'amico, l'elettore che ti ha promesso il voto o il militante di partito vengono assunti «provvisoriamente » senza concorso: perché mai farne uno, se si tratta solo di un «contrattino » di due mesi? Poi il «contrattino » viene rinnovato una, due, tre, quattro volte. E intanto passano i mesi, le stagioni, gli anni. Finché arriva il momento fatidico: i precari vanno stabilizzati. Insomma: l'argine alla periodica assunzione degli «staffisti» sembra puro buonsenso. Pena il rischio che a ogni svolta elettorale entrino senza concorso ondate di portaborse piazzati dai vincitori sulla sola base della tessera di partito. Eppure, le violazioni a questa regola elementare ci sono già state.

Un esempio? La Calabria. Dove nell'ottobre del 2001 il Consiglio regionale votò all'unanimità (neppure un voto contrario) per incamerare negli organici regionali, a carico delle pubbliche casse, 86 «collaboratori», divisi in due fette: una di funzionari di partito che dovevano essere forniti di uno stipendio fisso e una di fratelli, sorelle, cognati... Una porcheria tale da far insorgere perfino i vescovi calabresi, uniti nel denunciare il «terribile principio » che «l'appartenenza a certe forze » contasse nelle assunzioni «più della competenza». Quattro anni dopo, a maggioranza rovesciata (da destra a sinistra), ecco il replay. Tutto come previsto: «Non posso appoggiarmi solo allo staff messo a disposizione della Regione, mi servono persone di assoluta fiducia» dissero uno a uno tutti i consiglieri. E ottennero altre duecento assunzioni. Di nuovo figli, cognati, cugini... Il rifondarolo Egidio Masella andò più in là: nella prospettiva che un giorno o l'altro sarebbe stata «stabilizzata », assunse la moglie Maria.

Non meno incredibili e scandalose, al di là dello Stretto, sono state le ripetute «sanatorie» della Regione Sicilia. Una per tutte, quella di tutti i portavoce di Totò Cuffaro e dei suoi assessori decisa alla vigilia delle elezioni del 2006. Un'infornata che portò l'ufficio stampa della presidenza regionale ad avere la bellezza di 23 giornalisti. Tutti da allora pagati vita natural durante con soldi pubblici senza avere mai superato una selezione che non fosse quella della fedeltà di partito. La solita politica clientelare che ammorba il Mezzogiorno, si sono ripetuti per anni, davanti a casi come questi e altri ancora, i virtuosi teorici della «diversità morale» del Nord. Non è esatto. Basti ricordare la sanatoria per i portaborse del Friuli-Venezia Giulia, sistemati sei anni fa dal centrodestra con una leggina che permetteva di assumere in Regione, senza concorso, chi aveva avuto un contrattino lavorando 120 giorni consecutivi nell'arco dell'ultimo quinquennio. Leggina indigesta almeno a una parte della sinistra, che la denunciò come un sistema per dare una busta paga con soldi pubblici ai collaboratori dei gruppi politici, dei consiglieri e degli assessori. In Veneto no: tutti d'accordo.

Destra e sinistra. Meglio: quasi tutti. L'estensione ai 52 «portaborse» del progetto di assumere un certo numero di dipendenti indispensabili soprattutto nel mondo della sanità e di stabilizzare un po' di precari storici, era infatti assente nei piani della giunta. Tanto che, davanti all'insistenza dei partiti, l'assessore Flavio Silvestrin aveva chiesto un parere all'Ufficio legislativo della giunta. Il quale, sulla base della Finanziaria 2008 e di una serie di spiegazioni dell'ex ministro Luigi Nicolais (spiegazioni che avevano bloccato l'anno scorso lo stesso giochino alla Provincia di Napoli), aveva detto no: non si potevano assumere così i portaborse. Verdetto inutile. Perché, sulla base di un parere opposto dell'ufficio legislativo del Consiglio (sic!), i gruppi consiliari sono tornati alla carica. E davanti al rifiuto della giunta di allargare le assunzioni agli «staffisti» («facciano i concorsi, hanno già un 20% di quote riservate... », diceva Silvestrin) hanno promosso un emendamento, voluto in primo luogo da democratici e leghisti, con una sanatoria trasversale che fissa per i portaborse «un'apposita procedura selettiva riservata» che ha tutta l'aria di essere una foglia di fico. Voto in aula, unanimità: 33 voti su 33 presenti. Tutti contenti: basta con gli scontri all'arma bianca! Tutti meno Giancarlo Galan che, dicevamo, ha sbattuto la porta («vergogna!») uscendo dal gruppo forzista e chiedendo l'appoggio di Renato Brunetta. I maligni dicono che, dietro, ci siano anche rancori di altro genere. Sarà. Sui portaborse, però, ha ragione lui. A cosa serve parlare di merito, promettere un ritorno al merito, giurare su una svolta che premi il merito se poi si continua con l'andazzo di sempre?

Gian Antonio Stella 
16 giugno 2008

venerdì 6 giugno 2008

piccole truffe quotidiane...


Credo sia pacifico iniziare il post con un'affermazione tanto vera quanto critica: nel Belpaese la fregatura sta dietro l'angolo. 
Colpa delle occasioni che rendono l'uomo ladro... e ce ne sono tante...
Vi racconterò le mie piccole esperienze; spero che i 3-4 lettori del mio blog ne traggano saggia lezione. 

Episodio 1 "IL PARCHEGGIO SENZA ORARI"
Desenzano. Cerchiamo un parcheggio in uno dei luoghi più belli del lago di Garda... Eccolo!
Per entrare bisogna prendere il biglietto alla sbarra; il pagamento avviene alla cassa prima di uscire con l'auto...
All'esterno del parcheggio (alla sbarra dove si acquisisce il ticket) non ci sono gli orari.
Dopo aver parcheggiato passiamo davanti alla cassa per sapere quanto costa la sosta all'ora...

Noi: "Scusi...  quanto all'ora?"
Cassiere: "2 euro"
Noi: "Ha orari il parcheggio?"
Cassiere: "tra 15 minuti chiude... se sforate dovete chiamare questo numero (...) così viene un collega ed una volante... e pagate 26 euro più il prezzo della sosta... sono anche onesto che ve l'ho detto".
Noi: "...anche troppo"

Dopo aver fatto 300 manovre nel sotterraneo...ce ne siamo usciti... pagando 2 euro per 2 minuti di parcheggio... 
Numerose auto stavano facendo la fila per entrare...
 

venerdì 30 maggio 2008

Che ne dite di questo?

PER I GIUDICI AVERE ACCOLTO L'AMANTE NELLA CASA DEL MARITO È «INGIURIA GRAVE»

Tradiva il marito nella casa coniugale:
perde tutti i beni e le proprietà cointestate

La Cassazione conferma la sentenza di «revocazione per ingratitudine» contro una donna di Messina

ROMA - Merita di perdere tutti i beni e le proprietà che il marito le ha cointestato la moglie che tradisce il coniuge portando l'amante nella casa coniugale consumando carnalmente il suo «flirt». L'avvertimento viene dalla Cassazione che ha confermato la «revocazione per ingratitudine» della cointestazione di tutti i beni che il marito Aldo I. aveva donato, in comproprietà alla moglie Silvana I. che lo tradiva in casa con un giovanissimo amante.

RICORSO RESPINTO - La Cassazione - con la sentenza 14093 della II Sezione Civile - ha respinto il ricorso con il quale la moglie infedele chiedeva la nullità del verdetto della Corte d'appello di Messina che nel marzo 2005 (a conclusione in una causa iniziata nel lontano 1975) le aveva revocato la comproprietà dei beni che Aldo le aveva intestato. Per i giudici d'appello Silvana aveva commesso una «ingiuria grave che ledeva gravemente il patrimonio morale di Aldo» e pertanto, legittimamente il marito doveva tornare nel pieno possesso dei beni che aveva voluto condividere con la moglie.

«ATTEGGIAMENTO MENZOGNERO» - L'infedeltà di Silvana venne scoperta da Aldo nel 1975: allora la donna aveva 36 anni e aveva 3 figli. Tradiva Aldo con un focoso ventitreenne e «si univa a lui» nella casa coniugale. Situazione durata diversi anni prima che Silvana si decidesse ad abbandonare la famiglia e a convivere con il nuovo compagno. Ad avviso della Cassazione correttamente i giudici dell'appello hanno ritenuto che «costituiva ingiuria grave non tanto l'infedeltà coniugale quanto l'atteggiamento complessivamente adottato, menzognero e irriguardoso verso il marito, all'insaputa del quale Silvana si univa con l'amante nell'abitazione coniugale». Il primo grado il tribunale di Messina, invece, nell'ottobre 1990, aveva ritenuto non gravi le modalità di questo tradimento.

domenica 25 maggio 2008

Strumentalizzazione della Cronaca? Ecco un esempio...

Aggredito un conduttore di DeeGay.it

Due persone gli hanno sbattuto la testa contro il muro minacciandolo. La vittima: «Gli stessi del Pigneto»

ROMA - Christian Floris, 24 anni, conduttore di punta del portale DeeGay.it, è stato aggredito la notte tra venerdì a sabato a Roma mentre rincasava (ascoltalo in audio). Due persone gli hanno sbattuto la testa contro il muro minacciandolo perché si occupa di tematiche legate al mondo dell'omosessualità e gli hanno intimato di smetterla. Il ragazzo, che è stato portato all'ospedale dove è stato giudicato guaribile in sette giorni, ha sporto denuncia contro ignoti. DeeGay.it è un portale che co-produce una trasmissione con Radio Città Futura, Eco tv e Nessuno tv.

«GLI STESSI DEL PIGNETO» - «Desidero confermare che in merito all'aggressione che ho subito la notte scorsa, noto delle correlazioni con quello che è accaduto al Pigneto a Roma. Credo che sia la stessa corrente di persone, che oltre ad aver aggredito me e di infondere terrore nel mondo omosessuale, si sia ora concentrato sugli extracomunitari». Lo afferma il conduttore di punta del portale DeeGay.it, aggredito la scorsa notte. «La mia convinzione - aggiunge - proprio guardando le immagini televisive e ascoltando le dichiarazioni rilasciate sul posto da testimoni, è che gli aggressori appartengano alla stessa matrice».


Avete letto? Bene. Ora prendiamo una dichiarazione della Questura di Roma...


Assalto al Pigneto, «non c'è matrice politica»

Secondo la questura il raid al negozio di un extracomunitario sarebbe la ritorsione per il furto di un portamonete

ROMA -L'assalto compiuto sabato contro alcune attività commerciali gestite da extracomunitari nel quartiere romano del Pigneto, «non ha un connotato politico con una matrice, ma è piuttosto un gesto sintomo di una forte intolleranza e insofferenza». A questa conclusione sono arrivati gli investigatori della Questura di Roma, che hanno ricostruito i fatti attraverso alcuni «dettagli» ritenuti «essenziali» per capire cosa sia avvenuto.

IPOTESI RITORSIONE - Fonti della Questura ritengono che l'assalto ai tre negozi tra via Macerata e via Ascoli Piceno sia stata una «ritorsione di un gruppo di cittadini italiani, probabilmente dello stesso quartiere, fatta dopo il furto di un portamonete contenente anche documenti e denaro». Gli investigatori della Questura di Roma, in sostanza, hanno appurato che ieri mattina, attorno alle 10,30, nel negozio di via Macerata gestito da un cittadino indiano con regolare permesso di soggiorno, si trovavano un cinquantenne italiano, un extracomunitario del Bangladesh e altri due avventori del quartiere. Ed è stato l'italiano a rivolgersi al cliente extracomunitario del negozio chiamandolo Mustafà e pretendendo documenti e soldi che lui gli aveva rubato qualche giorno prima.

Un fatto di cronaca che viene strumentalizzato per fini politici...come è successo a Verona per la morte di Nicola. Forse la matrice politica e la latitudine contano  poco in questi scellerati esempi...

Cosa diceva Veltroni del pestaggio di Verona? Toh! Cosa è successo a Roma?

Vorrei riproporre alcune dichiarazioni di Veltroni sul pestaggio che egli stesso (giudizio suo) ha definito neofascista:

" Una vicenda, quella di Verona, che sta assumendo contorni sempre più inquietanti e sta scuotendo l’opinione pubblica, non solo di una città il cui nome è ormai tristemente associato a contesti sociali estremamente critici, ma dell’intero Paese. L’aggressione di Tommasoli, oltre che rappresentare una manifestazione di folle, inaudita e ingiustificata violenza, sembra essere la punta di un iceberg ben più ampio e pericoloso che, specie nel nord-est d’Italia, si sta identificando con la crescita ed il radicamento sociale di movimenti che fanno esplicito riferimento ad ideologie e pratiche neonaziste e neofasciste".

Affermare che Verona è tristemente associata a contesti estremisti non vuol dire nulla.
Come ho chiarito precedentemente fatti del genere accadono anche in altre città.
Affermare..."specie nel nord-est d'Italia"... dopo l'aggressione di Roma  mi sembra alquanto riduttivo e frutto di un'analisi superficiale.
Affermare che Roma è una città tristemente associata agli incidenti stradali a danni di pedoni o agli accoltellamenti fuori dallo stadio (come per la finale di Coppa Italia) e tutto questo per colpa dell'amministrazione comunale (come ha fatto lei per Verona)... mi sembra fuori luogo e ingiusto.

"Esistono tante bande di questo tipo e ciò è tanto più pericoloso in un clima culturale e politico nel quale si vanno affermando principi di intolleranza e di odio verso i più deboli o addirittura una sottocultura di violenza e prepotenza talvolta persino mascherata sotto il falso concetto del farsi giustizia da soli".

Con queste parole (tradotto dal politichese all'italiano) accusa la preferenza elettorale del Nord-est di essere indirettamente responsabile del grave fatto di cronaca di Verona.
Se così fosse, come spiega il pestaggio del cittadino del Bangladesh a Roma?
Forse li è diverso? 
Alemanno è in carica da così poco tempo...è già colpa sua?



sabato 24 maggio 2008

Attendo l'articolo di Gad Lerner...

A Napoli si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia. Alcuni poliziotti sono stati feriti dal lancio di bombe carta; sono state trovate, inoltre, delle molotov.
Sono stati arrestati tre appartenenti ai centri sociali che sono stati processati per direttissima.
Gad Lerner ha scritto un articolo sul pestaggio di Verona (città del Veneto "percorso da squadracce fasciste e padane, sedicenti pagane e cristiane"). 

Avrà il coraggio di fare un articolo pure su questo o la violenza appartiene solo a chi non la pensa come lui? La violenza fa parte solamente del DNA dell'estremismo di destra o appartiene anche a quello di sinistra?
Se nessuno farà un passo indietro, questo Paese non riuscirà mai a maturare...

Ripropongo la mia domanda: è pacifico affermare che un po' tutto viene strumentalizzato? 

sabato 17 maggio 2008

GRAZIE!

volevo solamente ringraziare le persone che hanno strumentalizzato la morte di Nicola.
Durante la manifestazione "pacifica" è stata distrutta solamente una vetrina; per fortuna nessun morto, nessun ferito. Grazie di cuore a quanti hanno gettato benzina sul fuoco, a quanti, seduti comodamente sulle poltrone dei salotti televisivi, hanno voluto ergersi giudici supremi e omniscenti di un fatto vergognoso di cronaca nera.
Grazie.

martedì 13 maggio 2008

Budapest: tra Occidente ed Oriente


“…mi sembra un luogo meraviglioso…ne ho ricevuto l’impressione che ormai stessimo lasciando l’Occidente per entrare in Oriente. Il più occidentale dei ponti sul Danubio, che qui è di nobile ampiezza e profondità, ci ha riportati alle tradizioni della dominazione turca”.

Così descrive Budapest Bram Stoker nel suo celebre Dracula.

Come inviato del “Piave” ho avuto anch’io le stesse sensazioni;  l’attualità delle poche parole utilizzate da Stoker mi ha particolarmente colpito. L’anno non è più il 1897; presto l’Ungheria entrerà a far parte dell’Unione Europea, l’impero Austro-Ungarico si è dissolto dopo la Prima Guerra Mondiale, la dominazione turca ha lasciato il passo a quella nazista prima e comunista poi. I tempi sono cambiati, le lune sono passate. Lo sfarzo dei bellissimi palazzi istituzionali ungheresi, veri testimoni della grandezza dell’Impero Austro-Ungarico, si accompagna alla vita “moderna”; pubs e nights sono diventati elementi distintivi di quella che oggi è chiamata la “Capitale del sesso”.

Budapest, tuttavia, non è solo questo. La modernità e la cultura del divertimento costituiscono solo il guscio di una città che guarda la bellezza della libertà solo dal 1989. Ma dove troviamo l’Oriente in Budapest? Perché la descrizione di Stoker ci appare così lontana ma, allo stesso tempo, così odierna?  Nei luoghi di culto mi sono imbattuto più volte in quelle raffigurazioni sacre che ricordano moltissimo Costantinopoli. Il ricordo dei re che per molto tempo hanno combattuto contro l’invasione turca è vivo nel folklore locale. In molte occasioni si deve contrattare sul prezzo; taxi e cambio moneta sono gli esempi più comuni; la contrattazione è tipica dei paesi orientali. Il passato è ancora vivo in Budapest, triste o glorioso che sia. Santo Stefano, patrono dell’Ungheria, è raffigurato sempre con spada e scettro… i Santi dell’Est Europa sono in gran parte condottieri che hanno contrastato la “mezzaluna”.

lunedì 5 maggio 2008

Morire per nulla...



In realtà il pestaggio di Verona non dovrebbe essere dettato da  moventi politici. Lo stesso Procuratore ha ribadito questo in conferenza stampa. Ho usato volontariamente il condizionale; l'inchiesta è ancora in corso e, a differenza di altri, cerco di attenermi ai fatti...
Tutto ciò non ha senso; la morte di un giovane veronese, l'uso indiscriminato dei media nella ricerca dell'audience, la strumentalizzazione politica. Il povero Nicola è diventato un semplice casus belli. Insinuazioni, teorie, articoli orripilanti di comodo politico non fanno altro che infangare, accusare, mentire...
Gad Lerner scriveva ieri sul sito del Partito Democratico: "Se la vittima del pestaggio di Verona fosse stato uno straniero anziché il povero Nicola Tommasoli, un giovane dei “nostri”, oggi la città vivrebbe il medesimo turbamento? Ne dubito, visto lo scarso rilievo attribuito finora alle scorribande contro gli immigrati perpetrate sistematicamente da anni in quel territorio dal “Fronte Veneto Skinheads” e da altre squadracce fasciste e padane, sedicenti cristiane o pagane, nel nome della lotta contro la società multietnica..."
 
Caro Lerner, se il pestaggio fosse avvenuto a Bologna, avrebbe scritto lo stesso? Pestaggi e violenze avvengono anche in altre città; a compierle sono anche i centri sociali... eppure non ho visto articoli firmati Gad Lerner in occasioni anche recenti... 
Le ricordo il pestaggio a Padova di Gabriele Meneghetti e Michele Costabile; due ragazzi picchiati perchè erano di AN. Non ho visto articoli firmati da Gad Lerner...
Nicola è stato ucciso da ragazzi ventenni... è stato ucciso da dei poveretti soli, ignoranti, vittime di una società malata non più in grado di garantire i valori elementari del rispetto della vita e della dignità umana.
Tutti gli estremismi sono il frutto dell'ignoranza e della negazione della realtà; l'idea che diventa Verità, la violenza come metodologia di confronto. La gravità del fatto risiede nel movente dell'azione che ha causato la morte di un ragazzo; come riferisce il Procuratore tutto è nato da una sigaretta. 
 Walter Veltroni:
 Una vicenda, quella di Verona, che sta assumendo contorni sempre più inquietanti e sta scuotendo l’opinione pubblica, non solo di una città il cui nome è ormai tristemente associato a contesti sociali estremamente critici, ma dell’intero Paese. L’aggressione di Tommasoli, oltre che rappresentare una manifestazione di folle, inaudita e ingiustificata violenza, sembra essere la punta di un iceberg ben più ampio e pericoloso che, specie nel nord-est d’Italia, si sta identificando con la crescita ed il radicamento sociale di movimenti che fanno esplicito riferimento ad ideologie e pratiche neonaziste e neofasciste. 

Il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni domenica 4 maggio a poche ore dall'aggressione non aveva usato

giri diparole per condannare l’accaduto e per lanciare un appello affinché non si abbassi la guardia contro un fenomeno che rischia di propagarsi in maniera sempre più ampia: “Siamo davanti ad una aggressione di tipo neofascista che non può e non deve essere sottovalutata. Esistono tante bande di questo tipo e ciò è tanto più pericoloso in un clima culturale e politico nel quale si vanno affermando principi di intolleranza e di odio verso i più deboli o addirittura una sottocultura di violenza e prepotenza talvolta persino mascherata sotto il falso concetto del farsi giustizia da soli. E’ importante che tutti i responsabili dell’aggressione di Verona siano assicurati alla giustizia ed è fondamentale l’impegno di tutti perchè non torni un clima di violenza politica e di insicurezza per i cittadini”. 

La reputazione che ha Verona è macchiata da episodi che avvengono anche in altre città ...e non ho mai visto "bande di neofascisti" scorrazzare per Verona... dovrebbe imparare ad attenersi ai fatti. Gli intolleranti ed i violenti vanno fermati...ma tali energumeni non abitano solo a Verona o nel Nord est caro ex sindaco della città "dove tutti si vogliono bene". Lei si appella alle pene severe... ma non è compito della classe politica garantire che le leggi vengano attuate? Lei dice che Verona è tristemente associata ad "elementi sociali estremamente critici" legati anche all'ambiente ultras (traduco: estremismi)? Solo Verona caro Walter? Non mi sembra che la curva della Lazio sia tanto diversa con tutte quelle svastiche... e nemmeno i disordini che ogni tanto accadono fuori dall'olimpico...forse il neofascismo non esiste solo nel nord - est....
Dovrebbe ascoltare una persona che ammiro moltissimo anche se appartiene al suo schieramento politico... si legga la riflessione di Massimo Cacciari riguardo l'episodio...

Ma che importa...
Occorre portare l'acqua al proprio mulino... dare un colore alla violenza... dare un colore alle città...
La nostra città è in lutto, la famiglia di Nicola è in lutto, le famiglie di questi poveri disgraziati sono in lutto...
Nicola è diventato famoso non perchè vittima di una sigaretta rifiutata...
Nicola è famoso perchè è veronese, perchè a Verona la Lega ha il 33%, perchè è stato ucciso da ragazzi che saltuariamente andavano allo stadio in una curva ahimè tristemente famosa...
Fatti del genere accadono ogni giorno in Italia; eppure nessuno ne parla... eppure i consiglieri dell'opposizione (speciale "Chi l'ha Visto" di ieri) se ne escono dicendo che il centro di Verona è una "zona rossa" dove chi è "diverso" viene picchiato a sangue... 
falso...
Nicola Tommaselli è morto senza motivo... 
...il fallimento della nostra società.





martedì 22 aprile 2008

Alitalia Part 2...

Ecco che arriva il prestito ponte di 300 milioni di euro...
Un prestito che non verrà saldato perchè Alitalia non può garantire un utile; ecco perchè lo chiamereremo regalo... direttamente dall'infaticabile mammella dei contribuenti.
Ah dimenticavo... 
Poichè si tratta di "aiuti di stato" aspettatevi una bella procedura per infrazione da parte di Bruxelles; già vedo il commissario ai trasporti Jacques Barrot che affila i coltelli... preparatevi a pagare anche questa cari concittadini...
Un prestito ponte per cosa? Non c'è niente sul tavolo! La seconda campata la facciamo sul mare?!

sabato 19 aprile 2008

117 US DOLLAR: il prezzo del benessere



Avete capito benissimo che sto parlando del petrolio...
Anzi in questo momento vi avverto che siamo arrivati a 116,45 dollari...
Non si ferma mai sto brent; vi basta sapere che nel giro di otto anni ha subito un rialzo del 400%.

In questi giorni la dichiarazione di Ahmadinejad: "il prezzo è ancora basso rispetto al valore del 1980; la svalutazione del dollaro porta solo vantaggio ai grandi paesi occidentali che fanno più soldi dei paesi produttori". 
Non prendetemi per filo-iraniano ma le parole lunari del presidente hanno una parte di verità.

Effettivamente il dollaro debole penalizza i paesi produttori; il barile si paga in dollari... 
la contromossa? si diminuisce (o si stabilizza)  la produzione e si innalza il prezzo. 

Le multinazionali comprano il barile ad un prezzo superiore... 
la contromossa? Avete già capito; lo si vede dalla vostra faccia quando fate benzina.

Queste che vi ho appena elencato sono i comportamenti standard di due attori "forti" nel mercato. Ergo correggo la frase di Ahmadinejad: "...porta vantaggio sia ai paesi produttori, sia alle multinazionali di raffinazione". 
Osserviamo più da vicino il comportamento di queste ultime...
Per giustificare l'aumento alla pompa si punta l'indice al prezzo del petrolio. Come tutti sanno questa è una concausa quasi irrilevante; questo, infatti, non giustifica l'aumento del carburante nei periodi festivi. 
L'aumento del greggio passeggia allegramente con l'aumento del carburante.
Il ribasso del prezzo della benzina sembra un cane agonizzante, senza una zampa, che stenta a seguire quello del barile... Che sia speculazione?
Il diesel... strano quando non era ancora diffuso costava pochissimo...ora, al vertice, costa quasi come la benzina... 

Abbiamo una situazione di speculazione al ribasso...
Abbiamo la ferrea legge del mercato (all'aumento della domanda corrisponde un aumento del prezzo) al rialzo. Cosa significa? 

1) Si seguono le leggi del mercato solo nella fase di rialzo perchè la domanda sarà sempre in aumento e, conseguentemente, il profitto.

2) La speculazione interviene nella fase di ribasso per massimizzare il profitto; il meccanismo è sostenuto dalla concorrenza monopolistica (cartello) cioè l'accordo tra le multinazionali che mira ad una politica di non aggressione  per garantire la stabilità di domanda singola che, altrimenti, verrebbe minata dai prezzi inferiori offerti da società dello stesso settore.

Alla luce di ciò è pacifico affermare che il tormentone "i prezzi aumentano perchè aumenta il petrolio" è in piccola parte vera ed in larga parte falsa.

Soluzioni? 
Abbattere la domanda singola (non fare più benzina alla Shell, alla Esso, ecc.) ciò porterebbe all'abbassamento del prezzo in queste società e spezzerebbe la concorrenza monopolistica. 
Soluzioni governativo-coercitive  contro il cartello.
Se tutti passassero al gas o al metano si avrebbe, tuttavia, l'aumento di domanda e, conseguentemente, del prezzo.

Occorre colpire la domanda...ma questo è auspicabile solo dalla parte debole...cioè tutti noi.
Agli affari chi ci pensa?

F.M.

martedì 15 aprile 2008

Giordano (il Giornale): "voto alla Lega è voto utile di protesta"

Caro Giordano,
non condivido la sua opinione; lei classifica la preferenza alla Lega come un voto di protesta alla politica. L'elettore che ha scelto la Lega è una persona stanca del centralismo, dell'inefficienza fiscale e di spesa, del residuo fiscale a favore delle Regioni del Sud, del clientelismo imperante che stagna nei salotti capitolini. La protesta c'è ma non riguarda solo la politica in quanto tale; credo sia il dissenso verso un sistema socio-governativo che non premia il merito. Personalmente credo nel decentramento e nella responsabilità immediata degli organi elettivi garantita dal principio di sussidiarietà.
Il Carroccio è stato l'unico che ha tentato; ha sbagliato in più occasioni, ma ha avuto l'accortezza di capire. Il ministro Bassanini ha iniziato la lunga strada. Il referendum sul federalismo ha tentato il grande balzo...e Veltroni? Calearo capolista?
Veltroni al Nord ha sbagliato tutto. Non è una questione di tasse. Non è una questione di mera imprenditoria. Non è una questione di sicurezza (questi sono problemi presenti anche al sud e non specifici del nord). La questione è molto più complessa!
Il fatto che in una città come Verona un elettore su tre ha votato Lega Nord è sconcertante; significa che il centralismo non gode di alcuna fiducia. 
La produttività del Nord viene sfruttata per riparare gli errori, per coprire i buchi delle inefficienze e dei "finanziamenti elettorali". 
Il virtuosismo deve essere supportato con infrastrutture e non con imposizione fiscale che arriva al 46% (ammontare che poi non ritorna mai... ricordo i 15 miliardi di residuo fiscale della Regione Veneto... la Lombardia dovrebbe essere messa anche peggio).
Altro fatto consiste nella Meridionalizzazione della PA.
Non è una parola razzista... è solo una semplice constatazione (oltre che gergo tecnico usato dagli esperti del settore). 
Il nord ha già pagato un conto tanto ingiusto quanto salato per le inefficienze (volute o non) della classe dirigente del sud.
 Forse è una situazione che fa comodo.
Caro Giordano... questo è un voto di svolta; un grido d'orrore di una parte d'Italia sfruttata.
Lo so che sarò bollato come razzista, come antidemocratico, come completamente scemo (queste sono le dichiarazioni di alcuni "sconfitti"). Amen! 
Questo e altro per la verità... 

martedì 8 aprile 2008

Mamma Alitalia non può più sfamare i "cuccioli"...


Inevitabile. L'accordo con Air France è saltato. Le condizioni poste dal sindacato si sono rivelate irricevibili per Spinetta. Non passa nemmeno un giorno e già cori di proteste "scaricabarile" contro i sindacati, contro Spinetta colpevole di "opportunismo" (qualcuno dimentica che Air France non è il Tesoro; Air France è una società-colosso che cerca, ovviamente, di fare buoni affari).
Una dichiarazione di un dipendente Alitalia mi ha in particolar modo colpito:

"Con Air France sarà diverso... faremo dei sacrifici; lavorare di più e prendere qualcosa in meno".

Dopo tale affermazione ho capito molte cose. Ho capito perchè Spinetta se ne è andato e perchè l'azienda perde ogni giorno.
Stupiti? Un disastro inevitabile, una logica conseguenza, il crollo di un'azienda "peso" mantenuta dai contribuenti. Questo perchè?
Siamo nel 2008 e ancora qui non si capisce la parola MERCATO.
Sono tre le leggi che governano Alitalia:

1 Il sindacato è imperante. Lavorare di meno e guadagnare di più.

2 Managment assente. Spendiamo, facciamo la bella vita. Se si creano buchi ci pensa lo Stato.

3 Politica attiva. Sistemiamo qualcuno che ci fa comodo in Alitalia. Regaliamo soldi, garantiamo l'occupazione in eccesso così avremo i voti assicurati.

4 Concorrenza? A noi non serve essere competitivi. A noi interessa uno stipendio a fine mese. Me ne frego se il biglietto costa 45 euro più degli altri... mica ci perdo io.

Sinceramente mi viene la nausea a parlare di Giancarlo Cimoli ma lo farò lo stesso.
Il buon Cimoli è l'emblema della politica (e della bricconeria) nel mercato...Nel 1996 il governo Prodi lo sceglie come risanatore delle Ferrovie dello Stato dopo la discutibile gestione di Lorenzo Necci, coinvolto nell'inchiesta mani pulite. Guida il gruppo ferroviario per otto anni (ma dal 1998 al 2001 la presidenza è di Claudio Demattè) procedendo ad uno snellimento del personale ed alla societarizzazione delle varie attività. Durante il suo mandato nascono Trenitalia, RFI, Grandi Stazioni. Per un breve periodo il Tesoro gli affianca come presidente l'economista Claudio Demattè, ex presidente della Rai e rettore della Luiss; i risultati della sua amministrazione sono deleteri e portano le Ferrovie Italiane al disastro economico e ad una totale inefficienza del servizio. Lascia FS nel 2004 con un premio di buona uscita di 6 milioni e 700.000 euro e viene nominato al vertice della compagnia Alitalia.
Per il risanamento della compagnia aerea, Cimoli realizza il "Piano industriale 2005-2008", che avrebbe avuto l'obiettivo di riportare in attivo i conti a partire dal bilancio 2006. Pressato dalla Consob che chiede una gestione trasparente durante l'iter della privatizzazione della compagnia, Cimoli all'inizio 2007 stima in circa 380 milioni di euro il rosso per l'esercizio dell'anno precedente. La gestione Cimoli non piace ai sindacati che hanno chiesto ripetutamente al governo il suo avvicendamento. Nel febbraio 2007 il Governo Prodi constata la crisi della compagnia aerea prossima al fallimento a cui l'ha condotta Cimoli.
(da Wikipedia)

Chiedo a Veltroni, Berlusconi, Bonanni, ecc. avete ancora qualcosa da dire su Alitalia?
L'azienda merita il suo destino. Se non accetta la proposta di Spinetta è giusto che fallisca. Tutti lo sapevano che sarebbe finita così; però nessuno si è scottato le mani con le "scelte impopolari" di risanamento; si è preferito mangiare alla tavola di mamma Alitalia (forse andava bene così).
Ora, in campagna elettorale, tutti sono preoccupati... i sindacati sono preoccupati... tutti sono preoccupati...
Benvenuti nella concorrenza!!!




lunedì 31 marzo 2008

Angelo Panebianco...

Vi propongo un bellissimo articolo tratto dal Corriere della Sera.
Il pezzo di Panebianco invita ad un'analisi attenta delle reali cause e responsabilità nella vicenda "Alitalia".
Buona lettura!

CORDATE

Pasticci con le ali


di Angelo Panebianco

Fino a qualche giorno fa niente sembrava in grado di animare la campagna elettorale. Si parlava soprattutto delle somiglianze fra i programmi dei due principali contendenti. Poi è esplosa la questione Alitalia. A tre settimane dal voto, è diventato il tema su cui le forze politiche (a cominciare da Berlusconi, con la sua proposta di una cordata italiana da contrapporre ad Air France) sembrano puntare per mettere in difficoltà gli avversari. Niente di peggio poteva accadere poiché, come ha osservato Sergio Romano (Corriere, 23 marzo), una questione così grave richiederebbe di essere trattata con una serietà che è difficile ottenere da forze politiche impegnate a sgambettarsi in una campagna elettorale.

Si intrecciano tre questioni. La prima riguarda i giochi interni al sistema dei partiti. Si sono delineate alleanze trasversali in cui ciascuno crede di avere la propria convenienza. Se Berlusconi, a nome del «partito del Nord», cerca di mettere in difficoltà Veltroni, i piccoli, a loro volta, hanno trovato un varco per picchiare duro sui grandi. Così, la Sinistra Arcobaleno apre a Berlusconi su Alitalia contro il Partito democratico (suo diretto concorrente a sinistra), mentre Casini, concorrente al centro del Popolo della Libertà, polemizza con Berlusconi e si schiera col Partito democratico.

La seconda questione (la più esplosiva, almeno in prospettiva) riguarda la spaccatura Nord/Sud, Milano contro Roma. E’ il problema del declassamento di Malpensa e delle sue vere o presunte conseguenze per lo sviluppo del Nord. E’ difficile non notare che le divisioni politiche su Malpensa rispecchiano abbastanza fedelmente la geografia elettorale italiana.

Infine, c’è la questione sindacale. I sindacati, corresponsabili del disastro Alitalia, cercano anch’essi di sfruttare le divisioni politiche e rinviare il momento in cui pagare il conto degli errori accumulati. Sarebbe interessante capire se davvero essi credono che i giochi del passato possano essere riprodotti all’infinito, se credono che, senza la vendita a un compratore credibile, il fallimento dell’azienda possa essere evitato.

Naturalmente, i sindacati possono ancora contare su sponde politiche di un certo peso (come segnala la dissociazione del ministro Bianchi dalla posizione ufficiale del governo Prodi). E’ un pasticcio colossale nel quale, per giunta, è difficile stabilire chi guadagnerà elettoralmente e chi perderà. Prendiamo il caso dell'elettorato del Nord. Ci sono certamente cittadini sensibili alla difesa di Malpensa da parte della Lega e di Forza Italia così come ce ne sono molti affezionati all'idea della «compagnia di bandiera». Ma ce ne sono anche altri che si domandano se non sia peggio lasciare le cose come stanno, col rischio di continuare a far pesare sui contribuenti (magari anche in violazione delle regole europee) i costi di un’azienda in dissesto che si sarebbe dovuto far fallire oppure vendere già molti anni or sono.

Pessimo argomento da campagna elettorale, il caso Alitalia è una buona dimostrazione di cosa succede quando i dibattiti accademici su «statalismo e liberismo» lasciano il campo alla politica vera e alla lotta sempre prosaica (anche se ammantata di sacri principi) fra gli interessi organizzati, aziendali, territoriali o sindacali che siano.

25 marzo 2008

Alice nel Paese delle meraviglie...Il Partito dei Pensionati in Italia.

E' bello vivere in un mondo senza responsabilità e raziocinio.
Un limbo quasi mistico chiamato campagna elettorale; un circo dove il compromesso tra parti scompare di colpo e tutto diventa possibile...non mi stupirei se, alla chiusura della campagna, qualcuno prometesse la pensione ad un disoccupato...
Ora basta scherzare parliamo di cose "serie"...
Questi sono i punti del programma dei "Pensionati":

  • Pensione di reversibilità al 100%!
  • Meno tasse ai pensionati
  • Più posti di lavoro ai giovani
  • Adeguamento delle pensioni agli aumenti contrattuali dei lavoratori
  • Libera scelta dell’età di pensione
  • Pensione d’invalidità anche agli ultra 65enni
  • Pensione anticipata ai familiari di non autosufficienti
  • Contributi alle famiglie che assistono gli anziani non autosufficienti
  • Raddoppio della indennità di accompagnamento!
  • Aumento di tutte le pensioni contro il caro-euro!
  • Libertà di tenersi i contributi in busta paga!
  • No al cumulo dei redditi tra coniugi!
  • No a pensioni minime da fame dopo anni e anni di lavoro!


Per carità sono punti nobili... mancano le case di marzapane e gli alberi dei bignè...
Tale piano è attuabile? No..perchè la copertura finanziaria è insufficiente.
Un programma che non spiega il COME (un problema tutto italiano) non ha valore...
Ritengo i "Pensionati" un partito lobbysta, demagogico e icoerente.
Allearsi con il Pdl significa accettare implicitamente la riforma Maroni.
Le due "missions" sembrano un tantino lontane... sbaglio?